lunedì 28 dicembre 2015

Io, te, un glicine e un emù.

Ciao amore mio, per farti gli auguri scrivo a Costa, spero ci sia lei stasera.
Poco fa ho pensato di nuovo agli emù e a quel tuo fondo di caffè un po' manomesso di oggi. E ho pensato che un emù prenderebbe bene il posto di quell'animale strano. Io, te, un glicine e un emù.
Direi che la base è buona. Poi ci aggiungerei un risciò e delle amache attaccate da qualche parte.
Comunque non era questo quello che volevo dirti, sono pensieri che si sono intrufolati distraendomi.
Anche se è dolce pensare a un qualcosa del genere insieme.
Ecco, lo sapevo, adesso le labbra mi prudono. No, non ho mangiato niente a cui sono allergico, mi sono solo venute in mente le tue, di labbra. E mi è venuto in mente che, adesso, sulle mie ci starebbero veramente bene.
Se penso a che bacio ti darei mi vengono in mente quelle lampade con quella specie di lava colorata dentro che si muove fluida.
Come al solito mi ritrovo a baciarti di contrabbando facendo finta di scriverti cose.
Quando puoi ringrazia mamma e papo, perchè meglio di così non avrebbero potuto farti. 
Lascia perdere che in questi giorni ci girano le palle, lascia perdere che quando siamo insieme ne usciamo come da un ritiro mistico di quaranta giorni nel deserto. 
Te mi fai stare bene dentro. 
E non poter essere lì ora mi fa veramente sentire un ingrato.
Per rimediare a ciò mi sto mettendo a cucinare dei dolci. Spero di non esplodere con i fornelli e tutto.
In caso accada sappi che ti ho amata e ti amo come un viaggiatore senza bussola ama la stella polare e come i bimbi amano la cioccolata Milka e i cartoni animati.
O, più semplicemente, come un uomo ama una donna.
Auguri amore mio.