lunedì 11 giugno 2018

I won't go home without you

10 giugno

00.24
Roma.
Metro B, stazione Piramide.
E' la prima volta che mi vivo Roma a piedi servendomi quasi solo delle metro.
E' come essere dentro ad un sogno-ricordo poco lucido.
Io che salgo a casa tua, Diego che dopo poco mi riconosce.
La voglia della tua pelle e l'impossibilità di toccarla.
Tu dici che è l'abitudine. Io dico che è memoria corporale.
E' qualcosa che non riesco a lasciare andare, che forse non voglio lasciare andare.
Io qua ci stavo bene, qua con te. A darti i baci più belli del mondo.
E' come aver immerso la testa in una grande ciotola piena di acqua. Bisogna trattenere il fiato. Bisogna rimanere in apnea.
Qualcosa mi tiene qua, qualcosa di non ben definito che sta nella tua pelle e nelle mura antiche delle architetture.
E' qualcosa di invisibile, che nemmeno ha un odore ben definito.
Non riesco a trovare una sensazione simile.
Vorrei rimanere qui un altro mese e ubriacarmi ancora di tutti i ricordi.
Fino a cadere stanco da qualche parte.
Mi cammini sulle sopracciglia, svicoli tra le ciglia e ti affacci alle pupille.
Sei bella.
Sei sempre bella come ti ricordavo e hai ancora il tuo odore.
E' come essere rimasti intrappolati in un loop infinito.

11 giugno
11.00
Sembra di essere in una bolla, come se le cose attorno fossero un film che si ripete senza una vera e propria trama, senza spessore, surreale e anonimo al tempo stesso.
Le strade non hanno significato e il mio corpo non trova un posto. O meglio, il corpo sì, è il cuore ad avere problemi di ubicazione spazio temporale.
E tu sei sempre la stessa donna disorganizzata di sempre.
Bella come sempre.

22.30
La sensazione è esattamente onirica.
Nel momento in cui la vedo tutto il tempo trascorso lontani si annulla, entri in un'altra dimensione.
Vorrei baciarla, ma non si può.
Vorrei baciarla.
E con la mente già lo sto facendo.
In quelle poche ore in cui ci siamo visti non hai idea di quanto ti abbia baciata.
So che avresti voluto lo stesso.
So che avresti voluto tante cose.
Mi manchi. Una nostalgia di quelle strane. Una nostalgia quasi dolce.
Nostalgia della tua pelle.
Nostalgia del tuo profumo.
Esco a prendere aria.

E' l'immagine della donna dipinta sui gradini della scalinata in modo che si veda solo se osservi da una determinata prospettiva.
E' lì, nascosta.
E' arte intrinseca di ciò che sono.

I asked her to stay
but she wouldn't listen
and she left before I have
the chance to say

Entrare in casa, dopo aver portato fuori Diego, e sentire la musica dal bagno.
Tu che hai appena fatto la doccia, la porta semi aperta.

The taste of her breath
I'll never get over
the noises that you made kept me awake
the weight of the things
that remained unspoken

Il sapore del suo respiro,
il peso delle cose non dette...

Il ritrovarsi davanti alla porta del bagno,
dopo aver portato fuori Diego,
la musica,
tu che hai appena fatto la doccia,
la porta semi aperta.

Entrerei e ti bacerei forte, dolce.

I won't go home without you


Invece siamo in auto.

Mi guardi.
Mi guardi e mi sento lo sterno bruciare.
i avvicini e mi abbracci e ti abbraccio.
Vorrei farlo meglio, ma la cintura di sicurezza mi impiccia i movimenti.
Ti stringo e ti bacio la fronte, i capelli.
Prima di scendere metti una mano sulle mie labbra e la baci.
Poi mi dici ciao.
E lì realizzo che non ho idea di quando ti rivedrò.
Non riesco a risponderti.
Rimango qualche secondo frastornato. Poi ti vedo voltarti e allora metto in moto l'auto e ti raggiungo.
Ti dico lo sai.
Il numero di lettere è lo stesso.

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