mercoledì 22 ottobre 2014

Heimlich che non è più il bruco di Bug's life

23 ottobre 2014, 2 anni e 9 mesi di TOS

Ho quasi ventuno anni. Non sono molto alto. Ho gli occhi castani e di solito ho sempre avuto anche i capelli castani, ma con il lavoro di quest'estate le punte sono diventate bionde, come se avessi fatto i colpi di sole dal parrucchiere. Ho le guance e il mento ricoperti di barba non troppo folta. Le braccia sono forti, così come le gambe e la schiena. Riesco a stare a testa in giù e a toccare il pavimento con le mani senza piegare le ginocchia.
Da piccolo mia sorella mi diceva di coniugare tutte le frasi al femminile, io mi domandavo la motivazione.
Ora so che l'unica ragione è puramente fisica. Che non ci sono colpe, nessuno è imputato né giudice.
Stasera ho trovato per caso questo file nell'hard disk esterno e mi sono messo a leggere, sorridendo un po' di me stesso. E provando una bella sensazione nel continuare a scrivere nello stesso file a quasi tre anni di distanza.
E' come confrontare vecchie foto con quelle recenti. Dà proprio soddisfazione.
Ho quasi ventuno anni. Non sono molto alto, ma non è più un problema. Un'amica mi ha detto che la bellezza non si misura dalla testa ai piedi, ma dalla testa al cielo.

Fino all'anno scorso avevo paura delle persone. Degli esseri umani proprio. Fino a due anni fa non riuscivo né a cantare né a ballare. Andando ancora indietro potrei aggiungere che ho avuto paura a parlare con le ragazze, ad ordinare un caffè al bar, a chiedere consiglio in libreria. Ho avuto anche paura ad abbracciare mia madre. Ho avuto paura a rispondere al telefono e a fare telefonate.
Più di tutto, avevo paura di qualsiasi superficie riflettente.
Ora boh.
Ora non riesco nemmeno a trovare termini di paragone, forse perché non ce ne sono e basta. Non vivo più con mio padre, e questo già è un balzo in avanti nella mia personale catena evolutiva.
Mi ritrovo a girare a torso nudo per casa e questo è un balzo ancora più grande. Quando racconto di me lo faccio con orgoglio, con soddisfazione. Quando parlo di me parlo di una roba che si chiama felicità, e tanto mi basta.

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