mercoledì 22 ottobre 2014

Commento al file del Latte di soya

Mi viene quasi da ridere a rileggere come era la mia vita solo un anno fa, tutta la bruttezza che mi portavo dentro, tutta la frustrazione che mi circolava tra le arterie. 
So di essere stato anche quella persona. Il ragazzo che ce l'aveva a morte con il mondo, che aveva paura della gente, che non guardava mai gli altri negli occhi. So che avevo anche un'idea sbagliata e malata del concetto di amore, e di questo ci sarà tanto da scrivere. Non adesso che comincio ad aver sonno e le lettere sullo schermo stanno facendo come lo snake del Nokia 3310. 
Però mi faccio un po' tenerezza, posso? 
Se in quel periodo avevo solo bisogno di affetto, ci penso io adesso a darmelo. Sono qua seduto davanti al pc in salotto che abbraccio il me stesso dell'anno scorso. E gli dico ad un orecchio, sottovoce come si fa con i bambini, che tutto andrà bene, ma bene sul serio, bene in una maniera che nemmeno può riuscire ad immaginare. Sono qui che mi cullo proprio. Mi cullo e mi dico che ogni passo che ho fatto è servito, mi ha condotto ad una condizione spirituale invidiabile. Mi rendo conto di quanto fossi nella prospettiva sbagliata nei confronti del mondo. 
E mi viene anche da sorridere nel rileggere le cose di Laura, perchè anche tutto quel tempo è servito, m'ha messo sulle spalle un po' più di anni e mi ha permesso di avere gli occhi più sereni in un secondo momento. Come in una visione leopardiana della felicità dopo il dolore. 
E' strano e complicato da spiegare, so che qualcuno di quelli che stanno leggendo però può capirlo. (Sì, dico a te tpn, tu riesci a capire quello che passa nei marchingegni del mio cervello) Se mi si perdona il banale accostamento di parole, mi ha permesso di crescere a livello umano. Sono arrivato ad amare me stesso, ed è paradossale se ci si pensa bene.
Fatto sta che sono a questo punto. Mi amo. E faccio quello che mi è possibile per amare me e gli altri nella maniera più sana, non è semplice, ma mi è sempre più naturale, ed è questo che conta.

Ah e poi scrivo un po' a cazzo, ma sono perso nel mio mondo (che un po' è anche il tuo).

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