martedì 16 settembre 2014

Black-out

Viareggio, 00:01, 16 settembre

Figura di merda colossale al bar Italia.
Non mi piace molto come posto e probabilmente le prossime volte cambierò.
Comunque sia ho fatto una vera figura di merda. 
Sono rientrato e i baristi erano dietro al bancone a sistemare. Uno si gira, faccio "ciao", e contemporaneamente Max Gazzè alla radio è partito con un "ciao".
Mi sono bloccato.
Il tipo mi ha guardato strano, ho cominciato a farfugliare cose a caso e quello manca poco si incazza. Sono riuscito a dire solo "un cappuccino".
Dopo pochi istanti son riuscito a sbloccarmi, mi sono scusato dicendo che ero perso nel mio mondo, ma ormai la stronzata era fatta.

Mi sono piazzato su una panchina.
Niente locus amoenus, come direbbe lei.
Stiro il collo all'indietro e sento delle gocce.
Sta cominciando a piovere.
Cambio bar. 
Chiedo un orzo e me lo fanno anche se sono in chiusura.
-Faglielo a un euro, mi sta simpatico.-
Però scorda il cucchiaino.


Ponte Milvio, quasi mezzanotte.
Piove e non ci muoviamo. Potrebbe essere la tipica scena da filmetto adolescenziale.
-Me sto a fracicà!- e ride.
Ecco una cosa per cui mi piace.
Siamo seduti sul muretto, sotto di noi il Tevere corre rumoroso.
-Potresti essere chiunque, sono qua con te e non ti conosco. Mi potresti pure buttare di sotto. Magari sei un assassino.-
-Anche tu potresti esserlo.-
-Tu hai un appiglio con le gambe, io no.-
Mi sposto con entrambi i piedi che penzolano nel vuoto.
-Ora sei in vantaggio tu.-
E' stata tutta solo questione di fidarsi senza riserve.
E' una roba che senti a pelle, è istinto, è qualcosa di viscerale, che senti dentro alla base dello stomaco.
E sai che non ti ferirà. E lei sa che non la ferirai.
-Se cado che fai? Ti butti o corri sulla sponda?-
-Direi che corro e poi mi butto.-
-E' dalle 11 di stamani che parliamo.- mi fa notare.
La cosa mi stupisce e mi pare normale al tempo stesso.
-Pensavo a una cosa. Ci pensi che prima quando parlavi delle scarpe da comprare, qualsiasi persona che fosse passata avrebbe potuto benissimo pensare che stiamo facendo discorsi stupidi? Chissà quante volte è capitato.-
-Va beh, era un discorso stupido.-
-Vanno benissimo anche quelli.-
La pioggia smette di farci da cornice. Comincia nuovamente a passare gente.
Ci sono i suoi occhi ed è un casino perchè non posso non guardarli.
Se ne accorge, e ogni tanto ci sono delle pause in cui tutto si ferma.
Non faccio niente per nasconderlo.
Perché dovrei?

E mi viene voglia di sentire il suo cuore contro le mie costole.


00:48
Camminando un po' ho trovato il mio posto.
Sono sul molo. Non ci sono persone.
Niente vento stasera.
E sì, era tanto che non sentivo questo.
Sono qua che ascolto il ritmo calmo del mondo.
Sulla spiaggia a Fregene, Sofia mi aveva parlato di questa teoria secondo la quale non esiste il silenzio assoluto.

Black-out.

Sono rimasto al buio completo per pochi secondi, si erano spenti tutti i lampioni.
Un allarme di auto suona in lontananza.
Il mondo s'era preso un colpo di sonno. Sarebbe stato bello se fosse durato di più.
Guardo il mare e non riesco a distinguere la linea dell'orizzonte. E' tutto una campitura uniforme.
Ancora un attimo di black-out. E la campitura si espande.
Secondo quella teoria ogni piccolo movimento dell'universo crea una melodia armoniosa e bella che noi però non possiamo percepire, ma se questa smettesse sapremmo veramente cos'è il silenzio. 
Il silenzio come noi lo conosciamo non è dunque nient'altro che musica.

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