martedì 16 settembre 2014

Come il gatto di Schrodinger

Viareggio, 00:43, 10 settembre

Dovrei andare a casa e dormire, ma sono nervoso.
Domani parto per Roma, anche se non so quando al vedrò.
Era dal giorno della stazione che non mi sentivo così, quando sono andato ad aspettarla. Ho il battito cardiaco accelerato e il respiro corto.
Più che nervoso sono irrequieto.
I pensieri si annodano tra loro e non riesco ad articolarli.
Vorrei un abbraccio, proprio ora.
Qualcosa che scaldi lo sterno.
Prima sono passato di libreria e ho preso Oceano mare di Baricco, volevo prenderlo per lei quel giorno, ma il tempo non era stato d'accordo. Spero di riuscire a darglielo.
Sicuramente le piace.
Un po' mi ricorda il genere di personalità che vivono tra quelle righe, è un libro pulsante. Per una persona viva.
Sono al bar Italia sul lungomare, due persone accanto al mio tavolo parlano e invadono il mio spazio, parlano di cose pseudo-intelligenti giusto per far conversazione.
Il telefono ha vibrato, ho timore a guardarlo perché non voglio incorrere nella delusione di non trovare un suo messaggio.
Un po' come per il gatto di Schrodinger.
Finchè non lo guardo, al tempo stesso può essere lei come il contrario.
Ho bisogno di trovare un punto fermo, una cosa in cui essere felice di stare. Ho bisogno di una persona con cui condividere la mia voglia di coeprte calde durante un giorno di temporale.
Adesso guardo se il gatto è vivo o meno.

Non lo è.
Forse sta solo dormendo.

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