lunedì 15 settembre 2014

Le mattonelle del bar

26 agosto

Il punto è che anche se sono in compagnia, spesso non sento il bisogno di parlare.
Mi piace stare in silenzio, quando non c'è niente da dire, quando sono già stati affrontati i discorsi del momento. Perchè poi non è detto che si possa parlare sempre di qualsiasi cosa. Ci sono alcune cose che si possono dire solo a determinate persone e in precisi momenti.
Se perdi il momento mandi tutto a puttane.
Se perdi la persona scordati pure il discorso.
Non puoi parlare con chiunque, ad esempio, di quante mattonelle secondo te ci sono sul pavimento di questo bar. E nemmeno del fatto che gli intarsi in legno sul bancone sono simmetrici.
Le cose simmetriche mi piacciono, danno una parvenza di sicurezza e stabilità.
In questi giorni sono come sospeso, il tempo scorre piano ed è un po' come il caffè nella moka: sale solo quando non lo guardi.
Ho mal di gambe e in gola è come se avessi una noce.
E' il lavoro qua che si fa sentire. Il clima che c'è è di svogliatezza e pare che nessuno abbia voglia di fare niente, a partire dal principale che è capace solo di dare ordini e puntare il dito.
In questo momento sono al bar dove lavora Federica, la ex-moglie del capo.
Sto aspettando i due baristi del bagno. Non è il luogo che vorrei cambiare, ma le situazioni.
Sono due o tre giorni che svariate persone mi danno dieci anni in più dei miei.
E mi chiedo se sia la barba o la stanchezza.
Voglia di parlare con Sofia.

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